Orti Urbani: AMUSE aderisce all’appello di Zappata Romana

AMUSE ha aderito all’appello lanciato da Zappata Romana e riguardante la proposta Coltiviamo la città, un orto per il quartiere presentato nel Bilancio Partecipativo 2019 del Comune di Roma e risultato come secondo progetto più votato a Roma, da attuarsi nel 2020 con un budget di 550 mila euro, per far si che il progetto sia realizzato all’interno di una visione di ampio respiro per il futuro di Roma, coinvolgendo i Municipi, le associazioni e i cittadini seguendo, nella scelta e nell’assegnazione delle aree da coltivare, processi trasparenti.
All’appello hanno aderito oltre 80 associazione e cittadini singoli per chedere che “il progetto si attui attraverso la partecipazione, trasparenza, valorizzazione delle realtà territoriali, patti di collaborazione tra cittadini e amministrazione, concezione degli orti come centralità locali, non solo come luoghi di autoproduzione. Auspichiamo il progetto sia inserito in una visione di più ampio respiro per la città”.
Leggi l’appello

APPELLO
Gentile Sindaca,
il progetto “Coltiviamo la città, un orto per quartiere” presentato da Zappata Romana, che prevede di realizzare almeno cento orti nella città di Roma, è il secondo progetto più votato a Roma nel Bilancio Partecipativo 2019 da attuarsi nel 2020 con un budget di 550 mila euro. Auspichiamo che il progetto “Coltiviamo la città, un orto per quartiere” rimanga coerente con alcuni punti qualificanti la proposta:

  • Prevedere sia la realizzazione di orti urbani nei quartieri coinvolgendo le comunità locali, sia la realizzazione di orti scolastici da destinare alle scuole romane coinvolgendo le comunità scolastiche.
  • Garantire la trasparenza nell’assegnazione di risorse a cittadini, associazioni, scuole e comitati di quartiere procedendo attraverso  procedure di evidenza pubblica (bandi) con un’adeguata diffusione e regole uguali per tutti.
  • Valorizzare il ruolo dei Municipi per l’individuazione delle aree e delle Comunità interessate attraverso incontri a livello locale e prevedendo processi partecipativi sia in fase di costruzione dei bandi per assegnare le risorse, sia nelle successive fasi di realizzazione degli orti.
  • Sperimentare processi di collaborazione tra cittadini, associazioni e comitati con le istituzioni arrivando alla stipula di veri e propri patti collaborativi.
  • Dare alle proposte che presentino s oltre alla dimensione di autoproduzione alimentare, anche una concezione degli orti intesi come: centralità di quartiere che mitighino l’ingiustizia spaziale e sociale; spazi pubblici aperti con valenza ecologica ed estetica; luoghi di relazione sociale e di produzione culturale,  di innovazione sociale e di educazione ambientale.
  • Inserire  gli orti urbani all’interno di una visione strategica, condivisa con cittadini e associazioni, per la città di Roma all’altezza delle grandi sfide della nostra epoca (food policy, salvaguardia della biodiversità, resilienza urbana, contrasto e adattamento al cambiamento climatico), facendo degli orti urbani uno degli strumenti delle politiche pubbliche finalizzate a realizzare questa visione.

In definitiva speriamo che quest’occasione non vada persa per la città di Roma e possa essere un tassello positivo per la città.

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