Riceviamo e pubblichiamo con piacere il seguente articolo che abbiamo ricevuto dalla nostra Socia Caterina Loredana Mammola (Katia per gli amici).
“Si celebra oggi, 5 giugno 2023, la Giornata Mondiale dell’Ambiente, WED, istituita nel 1972 a Stoccolma, all’insegna dello slogan ‘OnlyOneEarth, Solo una Terra’.
Il World Environment Day (o WED), ha fatto dunque il suo primo esordio oltre 50 anni fa, per volontà delle Nazioni Unite che, in occasione della prima “Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente umano”, stilarono la lista dei diritti inviolabili dell’Ambiente.
Prese forma, in questa circostanza, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP, United Nations Environment Program), organismo internazionale che promuove la tutela ambientale e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, attraverso la sovvenzione di ricerche, iniziative a protezione di animali e piante, e progetti “verdi” che coniugano la produttività al rispetto per la Natura.
Sostenuta dall’ONU, la WED viene ricordata in oltre 140 Paesi al mondo quale “fondamentale veicolo delle Nazioni Unite per incoraggiare consapevolezza ed azione per la protezione del Pianeta”.
L’evento, sin dal suo esordio, è stato caratterizzato da due aspetti peculiari che ne informano lo spirito e ne garantiscono un successo costante trasformando una mera commemorazione in una piattaforma globale di sensibilizzazione pubblica in grado di polarizzare l’attenzione su problematiche ambientali, le più disparate, i cui profili di emergenza diventano sempre più manifesti. Così, riscaldamento globale, depauperazione delle risorse primarie, crescita demografica, inquinamento marino, smaltimento dei rifiuti, gestione dell’acqua, dissesto idrogeologico, deforestazione, consumo sostenibile, vengono sottoposti al vaglio del giudizio comune nell’ottica di una condivisione da parte di tutti nonché della libertà di scegliere la propria modalità di partecipazione. Sono questi i due profili di peculiarità cui si accennava: la Giornata Mondiale dell’Ambiente è, innanzitutto, la “giornata della gente” poiché tutti sono coinvolti nella cura del bene comune per eccellenza; nessuno può considerarsi un ospite ed ognuno, di contro, è libero di scegliere il modo in cui aiutare la Terra. A livello locale, nazionale o globale, ogni più piccola azione si avvarrà, nel contesto, di un effetto ben più ampio del singolo significato e la partecipazione di tutti (città, scuole, associazioni, organizzazioni non governative, aziende, gruppi) è in grado di condizionare – come è avvenuto – il cambiamento tanto nelle abitudini di consumo quanto nella politica ambientale nazionale e globale.
Agire individualmente, sensibilizzare l’opinione pubblica coinvolgendo i cittadini in una partecipazione effettiva, educare al rispetto di un patrimonio comune tanto prezioso quanto variegato, possono garantire ancora l’omeostasi di un ecosistema fortemente minacciato indirizzando, al contempo, una politica -distratta troppo spesso dall’immediatezza di altre esigenze- ad assumere, in Italia ed altrove, lo status di Politica con una maiuscola di nobiltà che la faccia decollare, davvero, verso una governance dei bisogni.
In particolare, la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2023 è dedicata “all’inquinamento della plastica”. Tre le parole d’ordine: riciclo, riuso e riduzione. Sabato si è concluso l’International Negotiating Committee (INC) al quale hanno partecipato 175 paesi che hanno approvato la realizzazione di una bozza di accordo sull’abbattimento della plastica: il draft dovrebbe essere tramutato in un trattato finale entro il 2024.
Ogni anno vengono prodotte circa 430 milioni di tonnellate di plastica metà delle quali non possono essere riutilizzate. L’Onu stima che ogni anno 19-23 milioni di tonnellate finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari ed avverte che, se non si pone rimedio tempestivamente, la produzione annua di plastica potrebbe triplicare entro il 2060.
Ma ancor più, l’aspetto fondamentale sottolineato dall’Onu concerne non solo l’importanza delle azioni di ogni singolo individuo ma anche la circostanza che governi ed imprese stiano operando in conseguenza di questa azione promuovendo un’economia circolare.
A conferma -ove fosse necessario- che, come recita l’Art. 4 della nostra Costituzione, “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.“
AMUSE, da oltre 10 anni, cerca di dare il suo piccolo contributo con le sue iniziative, come il Progetto TappiAMO