Qualche milione di tappi di plastica ingabbiati in 76 strutture metalliche che ricordano la tecnica costruttiva dell’architettura antica romana: ma al posto della pietra c’è il materiale più pericoloso per l’equilibrio del nostro ecosistema. Fino al 29 luglio il Foro Romano, nell’area della Basilica Giulia, ospiterà un’installazione di arte contemporanea firmata dall’artista Maria Cristina Finucci, destinata a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul tema dell’inquinamento degli oceani.
L’opera, che forma la parola HELP proprio nel cuore del Foro Romano, vuole rappresentare un grido di allarme multicolore, che l’ambiente lancia agli uomini per sensibilizzarli sul drammatico tema dell’inquinamento causato dai rifiuti plastici dispersi nei nostri mari ed oceani.
Tutti i tappi di plastica serviti per l’installazione sono stati “prestati” da AMUSE e Caritas. Raccolti nell’ambito del Progetto TappiAMO, al termine dell’esposizione ci verranno restituiti e verranno portati regolarmente alla vendita,
Se l’installazione dovesse diventare permanente in altra area archeologica, come si ipotizza, i tappi utilizzati ci verranno pagati e il loro valore sarà destinato alla Casa Famiglia di Mafuiane (Mozambico) come tutti i proventi del Progetto TappiAMO.
L’artista Maria Cristina Finucci, peraltro, sarà presente ad AMUSEstate con un intervento che illustrerà il «Garbage Patch State», ovvero una sorta di Stato virtuale formato dagli ammassi di plastica che, come un grande Continente, rischia di uccidere la vita nei nostri Oceani.