Il Regolamento del verde e del paesaggio di Roma Capitale è operativo

E’ diventato operativo il 15 maggio 2021 e si trova pubblicato sul sito del Comune di Roma (vedi i link sotto) il Regolamento del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale approvato dall’Assemblea Capitolina il 12 marzo scorso, dopo un lungo lavoro che si è protratto per anni e che ha visto la partecipazione di numerose Associazioni, tra le quali AMUSE, e di rappresentanti di alcuni Ordini professionali con il coordinamento di Giorgio Osti.
Esso si compone di 5 capitoli principali e di 16 allegati.

Il 1°capitolo “Principi e disposizioni generali” definisce i principi e le finalità del Regolamento, le tipologie di verde urbano (corridoi verdi; parcheggi alberati; giardini di quartiere; paesaggi storico-archeologici; grandi parchi urbani; giardini tematici e orti botanici; paesaggio ricreativo e/o celebrativo; corridoi blu; paesaggio agricolo; orti urbani; aree naturali protette comprese nel territorio di Roma Capitale), le competenze (Roma Capitale, Municipi, Polizia locale, soggetti affidatari di interventi sul verde cioè le ditte degli appalti), le forme di coinvolgimento e di partecipazione della cittadinanza (affidamento in adozione delle aree verdi, adozione di alberi, patti di collaborazione, sponsorizzazioni, donazioni e altre).

Il 2°capitolo “Pianificazione, progettazione e tutela del verde, criteri di intervento” tratta gli aspetti relativi alla pianificazione, alla progettazione e alla tutela del verde e indica i criteri di intervento. Si parla di:
catasto, censimento e piano di tutela, sviluppo e valorizzazione del verde
sistema arboreo, componente importantissima del verde urbano e per il quale vengono dettate prescrizioni riguardanti le modalità di realizzazione di nuovi impianti, dei ripristini e delle sostituzioni, nonché i parametri tecnici da adottare (come aree di pertinenza, distanze di impianto, zone di protezione radicale)
– giardini, parchi e aree a verde sotto il profilo della progettazione, della realizzazione, della cura e della difesa da patogeni e da malattie e al verde scolastico
– tutela e interventi, con le norme per gli alberi di pregio, di interesse pubblico e monumentali, per siepi e macchie arbustive, per le potature, per la tutela delle alberature durante l’esecuzione dei lavori stradali e di scavo, per il verde pubblico e privato oggetto di speciale salvaguardia, per sostituzioni e compensazioni a seguito di abbattimenti.

Il 3° capitolo è dedicato ai “Parchi e giardini di pregio dal punto di vista storico, architettonico e ambientale” e alla loro gestione, alle modalità di fruizione, alle autorizzazioni rispetto a ciò che è consento fare, alla vigilanza.

Il 4° capitolo tratta della “Funzione dei parchi, dei giardini e delle aree verdi” da parte dell’utenza.

Il 5° capitolo “Disposizioni finali” infine contiene le norme sulle sanzioni, i risarcimenti in caso di danni e la finalizzazione dei proventi delle sanzioni.

Tra gli allegati troviamo la famosa Carta dei giardini storici (detta la carta di Firenze) elaborata dal Comitato Internazionale dei Giardini Storici dell’International Council of Monuments and Sites ICOMOS-IFLA (“Federazione Internazionale delle Associazioni e Istituzioni Bibliotecarie”) riunitosi a Firenze il 21 maggio 1981.

Il Regolamento rappresenta sicuramente un traguardo importante perché definisce principi, regole e comportamenti su molti aspetti fondamentali che riguardano il verde urbano di Roma (che, ricordiamo, comprende 1800 aree verdi su una superficie di 40 milioni di mq, equivalente a una città come Bergamo) e pone l’accento sulle importanti funzioni che il verde urbano svolge (i cosiddetti servizi ecosistemici) ma anche sugli aspetti paesaggistici, sulla componente del verde privato, oltre che sulla scelta delle specie vegetali da adottare e sulle modalità con cui debbono essere eseguite le potature, considerate come la pratica colturale che maggiormente impatta sulle condizioni di vegetazione degli alberi.
Pensiamo tuttavia che esso sia solo un punto si partenza per quella che, ci auguriamo, sia una vera e rinnovata politica del verde che non si può fermare al Regolamento, ma che necessita dell’adozione di tanti altri strumenti, a cominciare dal censimento e dal catasto per passare poi al Piano del verde, al Progetto del verde e al Piano di monitoraggio e gestione, strumenti con obiettivi e orizzonti temporali diversi ma tutti ugualmente indispensabili.
Inoltre la sua approvazione, considerati gli impegni che esso comporta per una sua effettiva applicazione da parte della struttura pubblica in termini di controlli e di autorizzazioni, pone la questione del rafforzamento delle strutture del Dipartimento Ambiente e della Direzione del verde in termini di risorse tecniche, professionali, economiche, in modo che possa diventare effettivamente uno strumento di tutela, gestione e valorizzazione efficace.

Condividi: