Roma2pass s’infila nel bunker di Villa Ada

bunker-di-villa-ada-ingresso-2016In relazione alla prossima passeggiata “Villa Ada. Intorno alla Palazzina Reale” che faremo giovedì prossimo alle 15:00, siamo lieti di comunicare che l’associazione Roma Sotterranea ha aderito alla nostra richiesta di aprire per noi Il Bunker di Villa Ada che è sul nostro percorso. Per noi il biglietto di ingresso al Bunker è stato più che dimezzato e pagheremo 5 € invece di 12 €. Questo è l’unico costo associato alla passeggiata e sarà versato direttamente all’associazione Roma Sotterranea che ha affrontato i costi del ripristino del bunker dopo settantanni di abbandono totale. Inoltre, vista la speciale apertura del Bunker, abbiamo aperto la partecipazione a un eventuale ospite del Socio AMUSE che partecipa (da segnalare compilando il Modulo di prenotazione) e invitiamo tutti i Soci a “passare voce” su questa opportunità offerta da Roma2pass. Vai all’annuncio di apertura.
Nel parco di villa Ada si aprono delle cavità sotterranee dove una leggenda metropolitana diceva che si svolgessero dei riti satanici. bunker-di-villa-ada-uscita-di-emergenzaIn effetti, fino al 2012 nel bosco si poteva accedere a una galleria per  compiere  percorso che molti adolescenti andavano ad affrontare come “prova di coraggio” rischiando di farsi male per i buchi aperti nel pavimento e i gradini lesionati. La sfida era di trovare una scala a chiocciola che saliva su per riuscire dalle feritoie di una strana torretta con il tetto a fungo verde, come quelli delle case nel villaggio dei Puffi. La realtà è che sotto il terreno in un’area contigua al casino nobile esiste un rifugio antiaereo fatto realizzare da Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale per garantire la protezione della famiglia Savoia.
Dal 1904 il parco di Villa Ada, sulla via Salaria, era tornato ad essere la residenza privata della famiglia reale e in particolare del re Vittorio Emanuele III, della regina Elena. In un primo tempo, allo scoppio della guerra nel 1940, erano stati utilizzati come ricovero di fortuna i sotterranei della Palazzina Reale, arredati a salottino e accessibili direttamente dalla villa attraverso botole. In seguito, su impulso di Mussolini, venne realizzato un rifugio antiaereo blindato, definito “più resistente e confortevole, ma che necessitava di un breve tratto in auto per essere raggiunto”.
villa-ada-il-bunkerCon ogni probabilità, vennero sfruttate cavità preesistenti sulle pendici del Colle delle Cavalle Madri. La soluzione costruttiva adottata, invece della realizzazione di un bunker ex novo, fu quella di rinforzare i sotterranei con un rivestimento interno in mattoncini. A causa della scarsa altezza dei locali, insufficiente per una blindatura a regola d’arte, si preferì sovrapporre in superficie una imponente piastra in cemento mimetizzata e sostenuta da pilastrini poggiati sul terreno, in modo da costituire un “cuscinetto” per ammortizzare l’eventuale urto delle bombe.
Per motivi di tempo, invece della realizzazione di un bunker ex novo, sono sfruttate, con ogni probabilità, cavità preesistenti sulle pendici del Colle delle Cavalle Madri, e utilizzate specifiche soluzioni costruttive. A causa della scarsa altezza dei locali, insufficiente per una blindatura a regola d’arte, i sotterranei sono rinforzati con un rivestimento interno in mattoncini e in superficie si realizza una imponente piastra in cemento mimetizzata e sostenuta da pilastrini poggiati sul terreno, in modo da costituire un “cuscinetto” per ammortizzare l’eventuale urto delle bombe. I locali del rifugio, relativamente ampi (tanto da poter ospitare un automezzo), avevano due sistemi di filtraggio dell’aria e un’entrata con sistema di protezione da attacchi chimici (cerniera stagna e sovrappressione interna per impedire l’ingresso dei gas). Vi erano poi due bagni e un’uscita d’emergenza con scala a chiocciola verticale in marmo, coperta in superficie da una torretta in cemento a forma di fungo. Si ipotizza che alcuni collegamenti siano stati murati dopo la guerra e si sta verificando anche il possibile ritrovamento di una “bicicletta” per la produzione di energia elettrica.
Al momento il rifugio versa in uno stato di grave degrado, che pure non sembra aver intaccato gli elementi portanti. Sono presenti alcuni macchinari del sistema tecnologico, che potrebbero essere restaurati. L’azione dei vandali e i decenni di abbandono appaiono aver arrecato solo danni superficiali, il rifugio è in sostanza integro e potrebbe essere recuperato. Nel 2010 la galleria d’ingresso è stata liberata dai rifiuti e il rifugio è stato chiuso con una rete (subito divelta). A maggio 2012 è stata installata una cancellata più robusta per mettere in sicurezza la struttura e proteggerla da ulteriori vandalismi.”
Nel 2016 il Comune di Roma ha affidato il bunker all’associazione Roma Sotterranea che dopo una pesante opera di pulizia e ripristino l’ha aperta al pubblico.

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